L’artigiano, nell’accezione comune del termine, è una persona dotata di particolari abilità ed esperienza che, con l’ausilio di adeguati strumenti, crea oggetti di utilità quotidiana e di particolare pregio estetico.

Nell’immaginario collettivo la figura dell’artigiano è ancora molto legata a lavorazioni prevalentemente manuali, ma in realtà i tempi sono cambiati e anche l’artigianato ha assunto nuove forme più evolute.

L’artigiano tecnologico si avvale delle più moderne tecnologie digitali per trasformare in realtà ciò che la sua mente crea, mettendo quindi in primo piano le proprie abilità creative e delegando alla tecnologia la parte produttiva del suo lavoro.

Serigrafia, tampografia, ricamo e stampa digitale
Molte realtà artigianali, quali serigrafie, tampografie e ricamifici, già utilizzano attrezzature piuttosto sofisticate e spesso tecnologicamente molto avanzate, eppure la stampa digitale viene ancora vista con diffidenza da molti artigiani “tradizionali”.
Questo accade perché l’approccio è sbagliato: la stampa digitale e tutte le tecnologie connesse non devono essere viste come il nemico ma come un’opportunità in più per ottenere risultati nuovi.

Un aspetto che spesso uno stampatore tradizionale non coglie è che la sua esperienza di artigiano, una volta apprese le nuove tecniche digitali, diventa un valore aggiunto enorme e una marcia in più non indifferente sul mercato.

Conoscere a fondo entrambi i mondi lo porrà in una posizione di vantaggio, consentendogli di utilizzare sempre la tecnologia migliore in base al risultato da ottenere, oltre alla possibilità di consigliare il cliente con competenza e professionalità.

I primi passi nel digitale
Non credo esista un serigrafo che al giorno d’oggi non sia dotato di computer e non conosca almeno i rudimenti dei più comuni software di grafica digitale. Il mestiere del fotolitista è praticamente scomparso proprio perché ormai la maggioranza degli stampatori si è dotato di un sistema più o meno avanzato di preparazione degli impianti di stampa. Provvedere internamente alla stampa dei clichè è stato un passo naturale per quasi tutti i serigrafi, perché quindi non dovrebbe essere naturale il passo successivo, ovvero l’eliminazione degli impianti di stampa?

Esiste ormai un gamma molto vasta di lavorazioni digitali che consente di bypassare completamente la fase di preparazione degli impianti, e in un mercato dove la rapidità, la flessibilità e il contenimento dei costi a fronte di piccole e medie tirature sono ormai le caratteristiche più richieste per restare competitivi, perché non sfruttare queste tecnologie?

Cosa offre il mercato
Oltre a tutta una serie di tecnologie di stampa digitale di uso comune, esitono alcune tipologie di attrezzature che si integrano perfettamente nell’attività di un serigrafo. Ne faremo una breve panoramica, sottolineandone carattestiche e aspetti peculiari nell’ottica delle lavorazioni che possano interessare un’azienda serigrafica.

Plotter da stampa e taglio a ecosolvente
Questa tipologia di plotter può essere utilizzata per la stampa e l’intaglio di materiali termosaldabili con cui personalizzare abbigliamento e accessori, la stampa e la fustellatura di adesivi in pvc, la stampa di striscioni e banner, la preparazione di dime per strass e borchie, e molto altro.
La possibilità di lavorare materiali particolari (floccati, glitter, metallici, ecc.), unita alla semplicità della lavorazione e alla possibilità di realizzare pezzi unici a basso costo ne fanno il più valido alleato di un serigrafo. Rappresentano inoltre un ottimo strumento per realizzare applicazione da integrare alla stampa serigrafica, nobilitando il prodotto finito e  dandogli un valore aggiunto.

Plotter e stampanti a sublimatico
Questa tipologia di attrezzature sostituisce la stampa serigrafica a inchiostri sublimatici, permettendo di personalizzare abbigliamento sportivo, gagliardetti, bandiere, oggettistica con l’ausilio di una termopressa o una calandra a caldo. Esistono anche versioni dotate di calandra a bordo dedicate alla stampa di tessuti in bobina, che consentono di ottenere direttamente il prodotto finito.

Plotter a UV
Questa famiglia di plotter è dedicata alla stampa di materiali difficili (plastica, vetro, metallo, legno, pelle e atri). Ne esistono di molti formati, da poche decine di centimetri a diversi metri di area utile. Sfruttano la caratteristica di questo tipo di inchiostri di polimerizzare solo se esposti alla luce ultravioletta di particolare frequenza, e la capacità di aggrapparsi a molteplici superfici. Alcuni materiali necessitano di essere preparati con un primer, che deve però essere apposito per quello specifico materiale. Questa tipologia di plotter è la candidata ideale a sostituire o integrare la stampa serigrafica o tampografica di oggettistica.

Macchine per la stampa digitale diretta su abbigliamento
Questa è ovviamente la categoria principale che dovrebbe interessare un serigrafo, essendo quella che maggiormente ricalca quella che è la stampa serigrafica tradizionale.
Tecnologia relativamente recente, sta progredendo rapidamente. Consente di ottenere ottimi risultati, a patto di utilizzare macchinari di un certo livello e costo, e di avere alle spalle un know-how di stampa tessile di un certo rilievo. Paradossalmente, è la tecnologia che sembra più semplice da utilizzare e invece è quella che nasconde le maggiori insidie per un neofita. Richiede alcune attrezzature complementari, di norma già presenti all’interno di un’attività serigrafica, ma che fanno innalzare ulteriormente i costi nel caso invece si provenga da altri settori.

Altre attrezzature digitali
Esistono molte altre attrezzature che possono entrare a far parte del parco macchine di una serigrafia: incisori laser, incisori e frese CNC, stampanti 3D e molte altre. Le lavorazioni possibili sono davvero moltissime, il vero limite diventa la fantasia.

Tutte le attrezzature qui citate possono integrare e addirittura sostituire le lavorazioni tipiche di una serigrafia. Ogni tecnologia ovviamente ha i suoi pregi e i suoi limiti, oltre a richiedere tutta una serie di considerazioni di carattere economico, logistico e tecnico.

Articolo a cura di Andrea Demonte